Nell'ambito dell'ottimizzazione SEO (Search Engine Optimization), uno degli aspetti più importanti da considerare accanto alla qualità dei contenuti è di certo la User Experience. L’esperienza dell’utente è in effetti uno degli elementi chiave alla base del successo a lungo termine di un sito web.
Con l’obiettivo di premiare con un miglior posizionamento in SERP tutti quei siti che presentano contenuti che si caricano velocemente, sono stabili e facili da navigare, dal 2021 Google ha introdotto i Core Web Vitals come uno dei fattori di ranking nel suo algoritmo di ricerca. Si tratta di tre metriche fondamentali (non a caso, core) con cui è possibile valutare la qualità delle pagine web per comprendere appieno l’esperienza utente che sono in grado di offrire. Perché curare la User Experience ricompensa non solo con utenti più soddisfatti e propensi alla conversione ma anche con un miglior posizionamento sui motori di ricerca.
Ecco cosa sono i Core Web Vitals di Google, perché sono importanti per la SEO e, soprattutto, come ottimizzarli.
I Core Web Vitals sono un insieme di indicatori di performance web introdotti da Google nel maggio 2020 per valutare l'esperienza dell'utente (UX) su un sito web. Queste metriche essenziali misurano quegli aspetti in grado di influenzare significativamente l’esperienza di utilizzo della pagina degli utenti. Nello specifico, parliamo di tempo di caricamento, interattività e stabilità visiva della pagina.
Dal 2021, Google ha dichiarato che i Core Web Vitals rappresentano a tutti gli effetti un fattore di ranking. La loro importanza per la SEO, insomma, dipende dal fatto che questi parametri giocano un ruolo chiave sul posizionamento del sito web in SERP, ovvero nella pagina dei risultati di ricerca. D’altronde, da sempre l’obiettivo del motore di ricerca usato da 9 utenti su 10 (dati aggiornati a gennaio 2023) è fornire alle persone ciò che desiderano ed è naturale aspettarci che i Web Vitals core di Google continueranno a cambiare per premiare i siti web che lo fanno al meglio. E questo, ben intesi, non solo con contenuti originali e pertinenti ma anche attraverso un’esperienza utente curata nel dettaglio che si traduce in pagine veloci, reattive e stabili.
Come abbiamo anticipato, gli aspetti che Google considera alla base di un’esperienza utente soddisfacente sono la velocità di caricamento, l’interattività e la stabilità visiva di una pagina web. Ciascuno di questi aspetti può essere misurato attraverso la sua rispettiva metrica o, appunto, Web Vital.
Ad oggi, i Core Web Vitals considerati da Google fattori di ranking sono:
Questo Web Vital misura la velocità e il tempo di caricamento del contenuto principale di una pagina web considerando come tale il contenuto più grande al suo interno (immagine, video o blocco di testo che sia). Secondo quanto definito da Google, un buon LCP è inferiore ai 2.5 secondi. Entro questa soglia, insomma, l’utente percepisce il caricamento dell’URL come “immediato”. Superati i 4 secondi, LCP influenza negativamente l’esperienza dell’utente comportando un alto tasso di abbandono da parte degli utenti e facendo scivolare il sito web verso posizioni via via meno rilevanti in SERP.
Questo parametro misura la reattività di una pagina web, ovvero il tempo che intercorre tra la prima interazione dell’utente con la pagina (intesa in quanto click su un pulsante, un link, una voce di menu a discesa e così via) e la risposta del browser.
Anche in questo caso, è Google a definire le soglie considerate buone, accettabili e insoddisfacenti di questa metrica. Il FID ideale è inferiore ai 100 millisecondi. Un First Input Delay maggiore rischia infatti di aumentare il tasso di abbandono della pagina da parte degli utenti comportando importanti penalizzazioni del sito una volta superata la soglia dei 300ms.
È utile qui sottolineare che Google ha annunciato che da marzo 2024 questa metrica sarà sostituita da INP, Interaction to Next Paint. Questo nuovo Core Vital non terrà più conto esclusivamente della prima interazione dell’utente, con la successiva risposta del browser, ma registrerà la latenza globale di tutte le interazioni conteggiando così la più lunga.
Questo Core Web Vital misura la stabilità visiva di una pagina web durante il caricamento, ovvero registra eventuali cambiamenti imprevisti nel layout tenendo conto di tutti quei contenuti ed elementi che variano improvvisamente la loro disposizione sullo schermo.
Immagina di essere su un e-commerce e di voler annullare il tuo ordine ma di premere inavvertitamente il pulsante “conferma acquisto” perché durante il caricamento della pagina i pulsanti si sono mossi sullo schermo. Non certo un’esperienza di navigazione piacevole!
Come abbiamo anticipato, i Core Web Vitals sono importantissimi per il successo a lungo termine di un sito web e di un'azienda online. Offrire alle persone un’esperienza utente (UX) di qualità è essenziale per evitare alte frequenze di rimbalzo e alti tassi d’abbandono del carrello. D’altronde, gli utenti si aspettano di vivere esperienze fluide, prive di complicazioni o fastidiosi rallentamenti. Nessuno si fida di un sito in cui i pulsanti cambiano posizione sullo schermo né tantomeno di un sito web che impiega troppo tempo a caricarsi.
Da questo punto di vista, i Core Web Vitals di Google rappresentano dei parametri preziosissimi per poter misurare oggettivamente le prestazioni di un sito web e valutare quindi l’esperienza che questo sa offrire agli utenti. Tenendo traccia di queste metriche è possibile identificare per tempo eventuali problemi o aree di miglioramento e apportare le giuste correzioni per poter assicurare agli utenti una navigazione ottimale.
Naturalmente, trattandosi di fattori di ranking, i Core Web Vitals svolgono un ruolo cruciale nell’ottimizzazione per i motori di ricerca (SEO). Offrire agli utenti contenuti originali, esaustivi e pertinenti è fondamentale, certo, ma altrettanto fondamentale è presentarli in pagine capaci di garantire una buona navigazione. Considerato che per Google l’esperienza degli utenti è uno dei fattori principali per determinare il posizionamento di un sito in SERP, è evidente che migliori saranno i Core Web Vitals, maggiore sarà la visibilità del sito nella pagina dei risultati di ricerca.
Per poter offrire agli utenti un’esperienza di navigazione perfetta è necessario naturalmente ottimizzare i Core Web Vitals e garantire così al sito web un’ottima navigabilità e UX.
È naturale quindi che il primo passo da compiere consista proprio nell’analisi della situazione di partenza, testando le metriche dei Core Web Vitals e individuando le aree di miglioramento su cui intervenire per migliorare le prestazioni del sito web.
Per fare ciò, Google fornisce GooglePageSpeed Insight, uno strumento dedicato proprio alla misurazione dei Core Web Vitals particolarmente utile non solo per conoscere il punteggio di ogni pagina, ma anche per accedere a suggerimenti e consigli per migliorarne le prestazioni.
Dopo aver testato i Web Vitals del tuo sito web ti starai sicuramente chiedendo che cosa fare e come intervenire per ottimizzare i parametri che non soddisfano Google e incidono negativamente sulla UX che offri ai tuoi visitatori.
In realtà, le cause all’origine di Web Vitals non ottimali possono essere molte, ma ecco una serie di accorgimenti da cui cominciare.
Come abbiamo visto, più alto sarà questo parametro più alta sarà la probabilità gli utenti decidano di abbandonare il sito web. Se il tuo LCP supera i 2.5 secondi ti consigliamo in prima battuta di ottimizzare, comprimendole, tutte le immagini ad alta risoluzione che potrebbero rallentare il tempo di caricamento della pagina. Considera poi di ridurre il numero di risorse che contengono CSS e JavaScript e di utilizzare il cosiddetto “lazy loading”. Attraverso il lazy loading potrai ritardare il caricamento di immagini e video posizionati al di sotto della piega della pagina ottenendo così un LCP più basso.
Se il FID del tuo sito supera la soglia dei 100ms è necessario intervenire su questa metrica minimizzando innanzitutto il codice JavaScript che, se complesso e non ottimizzato, potrebbe influire negativamente sul tempo di risposta della pagina.
Allo stesso tempo, potrebbe rivelarsi utile rimuovere gli script superflui di terze parti e utilizzare il browser caching, ovvero la memorizzazione della cache del browser così da ridurre il tempo di risposta.
L’instabilità visiva è naturalmente un grave problema per la navigazione su un sito web. A nessuno piace cliccare erroneamente su un elemento semplicemente perché questo si è spostato sulla pagina durante il caricamento.
Ecco perché quando il CLS supera quota 0.1 diventa fondamentale trovare una soluzione al problema. Tra le prime cose a cui prestare attenzione ci sono sicuramente le immagini e gli elementi multimediali, dei quali ti consigliamo di impostare le dimensioni.
Se il tuo sito prevede degli annunci dinamici o pop-up, assicurati di riservare ad ognuno di loro un proprio spazio per evitare spostamenti improvvisi durante il caricamento asincrono e di coprire inavvertitamente parte del tuo contenuto principale.
I Core Web Vitals sono metriche fondamentali capaci di descrivere l’User Experience offerta da un sito web. A partire dal 2021, Google ha fatto di LCP, FID e CLS dei fattori di ranking capaci di influenzare il posizionamento del sito web sulla pagina dei risultati di ricerca.
Lato SEO, ottimizzare questi parametri è quindi indispensabile per offrire agli utenti una buona esperienza di navigazione e incrementare le possibilità di conversione. Un sito web veloce, reattivo e stabile è infatti in grado di rispondere alle esigenze degli utenti creando per loro una miglior customer journey.
UX e SEO, insieme, rendono il sito web una risorsa in grado di attirare e fidelizzare gli utenti aumentando di conseguenza il ROI dell’azienda.
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