L’Inbound Marketing è una metodologia di marketing multicanale che punta ad attrarre clienti attraverso contenuti di valore e una Customer Experience curata in ogni dettaglio con l’obiettivo di trasformare i contatti in clienti e i clienti in promotori del brand.
A differenza di quanto accade con l’Outbound Marketing, che vede l’azienda scendere in campo alla ricerca di nuovi contatti da trasformare in clienti, l’Inbound Marketing si basa su un principio opposto, ovvero: producendo contenuti di qualità, capaci di rispondere ai problemi e ai desideri delle persone, saranno i clienti ad arrivare all’azienda.
Secondo uno studio Hubspot, azienda statunitense che produce soluzioni software per il marketing, le attività di Inbound Marketing hanno oltretutto un costo medio circa il 60% inferiore rispetto ai metodi tradizionali.
Insomma, l’Inbound Marketing punta alla creazione di connessioni di valore e di lunga durata con i clienti mettendo le persone al centro del processo di vendita, lì cioè dove da tempo desiderano essere.
Ma come si struttura una strategia di Inbound Marketing e quali strumenti prevede? Scopriamo in questo articolo.
Per poter scoprire come funziona questa strategia di marketing la cosa migliore da fare, naturalmente, è partire da una definizione. Insomma, cos’è l’Inbound Marketing?
I primi ad utilizzare il termine Inbound Marketing furono, nel 2005, Brian Calligan e Dharmesh Shah, co-fondatori di Hubspot. Secondo Hubspot, l’Inbound Marketing è una metodologia di business che consente alle organizzazioni di crescere grazie alla creazione di relazioni di valore e di lunga durata con i consumatori, i prospect e i clienti. Come? Creando per loro contenuti di qualità ed esperienze personalizzate con cui rispondere appieno alle loro esigenze e creare così interesse e curiosità, elementi fondamentali ad incentivare l’acquisto.
L’Inbound Marketing è per definizione, insomma, un insieme di strategie digitali che aiutano le aziende a farsi trovate dalle persone potenzialmente interessate al loro prodotto o servizio. In effetti, ribaltando la logica del marketing tradizionale, l’Inbound Marketing non cerca nuovi contatti ma li attrae con naturalezza. Possiamo dire quindi che alle celebri 4P del marketing mix - Product, Price, Place e Promotion – se ne aggiunge una quinta: People. Le persone sono in effetti al centro di ogni attività di Inbound Marketing.
Componente fondamentale nell’Inbound Marketing è dunque il contenuto di valore e non invasivo pensato dall’inbound marketer per rispondere alle domande e soddisfare i bisogni dei potenziali clienti secondo una logica simile a quella del lead nurturing. In effetti, a seconda della loro posizione all’interno del funnel di vendita, le persone sono alla ricerca di contenuti diversi: alcuni appena entrati in contatto con l’azienda saranno interessati a conoscerla meglio, altri saranno invece pronti all’acquisto, altri ancora a diventare promotori del brand consigliandolo alla propria rete di conoscenze. Naturalmente poi, per ogni contenuto esiste un canale ideale attraverso il quale raggiungere al meglio le persone, dal blog aziendale ai social network (di cui parleremo tra poco). L’obiettivo ultimo, d’altronde, è quello di affiancare il cliente durante l’intero arco temporale del Customer Journey supportandolo non solo prima ma anche dopo l’acquisto.
Ne deriva quindi che per l’Inbound Marketing, oltre ai contenuti, anche il contesto assume rilevanza fondamentale. Si tratta infatti di raggiungere i giusti utenti con i giusti contenuti e al momento più giusto, senza risultare inappropriati o invasivi.
Sin dalla sua origine nel 2005, l’Inbound Marketing si è contrapposto alla forma di marketing tradizionale dell’Outbound Marketing. Ma quali sono le differenze tra queste due strategie?
L’Outbound Marketing è una metodologia di marketing che tende ad interrompere l’attività e l’attenzione delle persone intente a fruire un certo contenuto proponendo loro dei messaggi pubblicitari che non desiderano. Non è un caso che l’Outbound Marketing venga spesso definito anche Interruption Marketing e identifichi una forma di comunicazione unidirezionale e di tipo invasivo, com’è tipico dalle campagne pubblicitarie ma anche dai pop-up che interrompono la navigazione sui siti web, solo per fare degli esempi.
Ad ogni modo, quelle dell’Outbound Marketing si caratterizzano per essere attività che puntano a trovare in modo diretto i clienti, non necessariamente definendo una precisa buyer persona a cui rivolgere le proprie attenzioni e cure.
L’Inbound Marketing, al contrario, ha l’obiettivo primario di permettere al brand di essere trovato senza forzatura dai potenziali clienti. In effetti, questa metodologia di marketing vive della creazione di contenuti che permettono di rispondere agli interessi, alle domande e ai dubbi dei potenziali clienti per far sì che siano loro ad avvicinarsi all’azienda, percependola come una realtà di cui fidarsi e capace di rispondere in modo concreto ai problemi in cui si riconoscono. I contenuti, pensati per attirare le persone e creare con loro connessioni durature, sono veicolati sfruttando diversi canali come il blog aziendale, i social network, i motori di ricerca e così via e non si pongono perciò come invasivi.
Quando nel marketing si vuole rappresentare il Customer Journey, ovvero il percorso del potenziale cliente, si utilizza generalmente il cosiddetto funnel di vendita. Si tratta di una piramide rovesciata che da larga diventa via via più stretta scendendo verso il basso, che ben serve a dimostrare la natura del processo d’acquisto. Infatti, non tutto il pubblico target si trasforma in contatti e non tutti i contatti si trasformano in clienti.
Quello che l’Inbound Marketing si propone di fare, realizzando contenuti di valore ad hoc, è di accompagnare le persone durante tutta la Customer Journey ed aiutarli così a passare alla fascia successiva del funnel. A ben pensarci, però, l’Inbound Marketing può essere inteso anche come una metodologia circolare che non si esaurisce mai.
Non è un caso, infatti, che Hubspot abbia individuato per l’Inbound Marketing 3 fasi che costituiscono la celebre “flywheel” (letteralmente, “volano”):
In realtà, dal 2005 ad oggi, l’Inbound Marketing si è evoluto a comprendere 4 fasi: attirare, convertire, chiudere e deliziare.
Ogni buona strategia di Inbound Marketing sfrutta appieno diversi canali e strumenti per raggiungere gli obiettivi.
Cominciamo quindi considerando gli strumenti utili ad attirare l’attenzione delle persone, ovvero:
Per convertire i visitatori in contatti, l’Inbound Marketing sfrutta:
Le attività di Inbound Marketing pensate per la fase di “chiusura” dell’acquisto prevedono l’uso di strumenti e canali come:
In ultimo, per quella che si definisce la quarta fase di delight del marketing inbound, per riuscire a fidelizzare al meglio i propri clienti è possibile puntare su:
Ti stia chiedendo quali risultati potrebbe portare alla tua azienda una strategia di Inbound Marketing? Parliamone insieme e definiamo, passo passo, la tua perfetta strategia di marketing digitale.